Tunnel Borbonico, due secoli di Napoli

Dal 1853 fu un collegamento per le truppe borboniche, che dovevano recarsi velocemente dal mare al vicino palazzo reale e viceversa.

Negli anni della seconda guerra mondiale, è stato un rifugio contro i bombardamenti.

Dagli anni ’60 in poi si è visto invece trasformare in deposito giudiziario.

Successivamente, e fino alla sua riscoperta e rivalutazione del 2005, è stato sede di sversamenti abusivi di materiale di ogni tipo.

Per la sua conformazione, le sue caratteristiche naturali e la sua posizione il tunnel borbonico è a tutti gli effetti un esempio di come si siano succeduti popoli, civiltà, epoche storiche, con tutti i pregi e i difetti che ogni popolazione porta con sé e che hanno portato a quella che è adesso la città di Napoli.

A tutto questo sovrapporsi si aggiunge lo sfruttamento del tufo, materiale che compone il sottosuolo napoletano, per creare palazzi e infrastrutture, che fecero di quest’area una cava a tutti gli effetti, per poi divenire una enorme cisterna per la conservazione dell’acqua.

Il viaggio all’interno del tunnel borbonico è un percorso molto suggestivo. Stretti vicoli in tufo nascondono mistero, fascino e qualche inaspettato incontro. Troviamo, infatti, alcune auto sequestrate e mai ritirate, oltre ad alcuni frammenti di statue del periodo fasciste. Le diramazioni sono varie, e, ad un certo punto, c’è anche un percorso da compiere in una zattera, il tutto nelle viscere, e un po’ anche nel cuore, della città partenopea.

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Un’immagine del tunnel borbonico

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